Paolo Albani
  LA GUERRA DELLE DUE TEORIE

 

 

            Sto ascoltando il giornale radio delle 13,45 su Rai Tre. Le notizie sono inquietanti.

        Lo speaker ha appena detto che le truppe darwiniane comandate dal generale John Nicholas Huxley sono sbarcate sulle coste della regione francese della Piccardia, roccaforte dello Stato Lamarckista. Una piccola parentesi: il caso vuole che il generale John Nicholas Huxley sia un lontano parente del biologo e filosofo Thomas Henry Huxley (1825-1895), protagonista di un celebre scambio di battute con il vescovo di Oxford Samuel Wilberforce; il 30 giugno 1860, durante la riunione dell'Associazione Britannica per l'Avanzamento della Scienza (British Association for the Advancement of Science) di Oxford, il vescovo Wilberforce, accanito oppositore delle teorie darwiniane, chiese a Thomas Henry Huxley: «Vorrei sapere se è per parte di suo nonno o per parte di sua nonna che si dichiara discendente dalla scimmia». Questa la risposta di Huxley: «Il signor Darwin ha dedicato la maggior parte della sua vita a ponderare questo importante argomento, la nostra conoscenza è molto incompleta ma le somiglianze strutturali tra l'essere umano e la scimmia sono evidenti e anche innegabili. Se poi le scimmie, i vescovi o i tuberi siano tutti opera di Dio non è mia competenza giudicarlo».

            Ma torniamo alle notizie di attualità, che mi riempiono di angoscia.

            Ormai il fronte di guerra fra i seguaci della teoria di Darwin e quelli della teoria del naturalista francese Jean-Baptiste de Lamarck (originario di Bazentin, cittadina della Piccardia, regione in cui, come abbiamo detto, si stanno svolgendo feroci combattimenti) si è paurosamente allargato e tutto fa presagire che presto si arriverà a una sanguinosa resa dei conti. Le violenze operate da entrambi gli schieramenti, secondo le agenzie di stampa e i corrispondenti dal fronte, sono arrivate a livelli disumani che solo in minima parte ricordano, e fanno impallidire, gli orrori della precedente guerra infiammatasi fra i sostenitori della teoria della Terra Rotonda e quelli della teoria della Terra Cava, ispirati quest’ultimi alla cosmogonia del medico statunitense Cyrus Reed Teed (1839-1908) secondo la quale la terra è una sfera vuota al cui interno è contenuto l’universo, mentre fuori, all’esterno, non c’è niente.

            L’eco delle cosiddette guerre religiose, che poi religiose non sono mai state, ma mascherate da motivi religiosi che ne coprivano le vere ragioni imputabili a miseria, disuguaglianza economica e sfruttamento dei paesi ricchi nei confronti di quelli poveri, è lontanissima. Da anni i rappresentanti delle principali religioni, monoteiste e non, comprese le frange più estreme dei fondamentalisti islamici, si prodigano in un’opera di pacificazione fra gli opposti schieramenti dei darwiniani e dei lamarckisti che si stanno macchiando di crimini inauditi la cui efferatezza getta sul futuro dell’umanità un’ombra sinistra.

          Giorni fa, tanto per fare un esempio, un gruppo armato di lamarckisti, indossando tute a forma di scimmia, è entrato in un supermercato di Shrewsbury, capoluogo della contea di Shropshire, non molto lontano dalla frontiera con il Galles, città natale di Darwin, sparando all’impazzata sui clienti al grido di: «Lamarck ha ragione!» Trentacinque persone sono rimaste uccise e ventidue ferite, di cui alcune gravemente. Il commando di lamarckisti è riuscito a fuggire dal retro del supermercato facendo perdere le proprie tracce. Sul luogo dell’attentato sono stati rinvenuti volantini inneggianti alla teoria lamarckiana.

        Questo ennesimo attentato lamarckiano segue di alcune settimane il bombardamento di aerei da caccia Eurofighter EF-2000 Typhoon, in dotazione all’aviazione darwiniana, sulla città di Amiens, capoluogo della regione della Piccardia, che ha provocato numerose vittime fra la popolazione civile. Nel bombardamento è stata distrutta anche una fabbrica di giraffe di peluche (com’è noto la giraffa è il simbolo dello Stato Lamarckista, perché, al fine di spiegare la sua tesi evoluzionista, Lamarck usò come esempio proprio le giraffe: in un primo momento, secondo il naturalista francese, sarebbero esistite solo giraffe con il collo corto; in seguito, a causa dello sforzo fatto per raggiungere i rami più alti, le giraffe avrebbero sviluppato collo e zampe anteriori e quindi avrebbero acquisito nel tempo organi adatti alle circostanze).

          Nei paesi che sostengono la teoria darwiniana il simbolo della giraffa è stato bandito da tutti i luoghi pubblici (uffici, scuole, ospedali, stazioni ferroviarie, mercati, ecc.); è vietato parlare della giraffa in televisione e sui giornali; anche nei libri di scuola è stato cancellato ogni riferimento al mammifero artiodattilo africano per evitare che si possa accennare, anche per errore o superficialità, alla teoria lamarckiana. Negli zoo dei paesi aderenti al darwinismo sono stati eliminati tutti gli esemplari di giraffa che ancora venivano esibiti. Nelle vicinanze della Torre Eiffel, si legge su Le monde del mese scorso, una madre ha preso a schiaffi il figlio di sei anni che aveva paragonato la struttura in ferro del monumento al collo di una giraffa.

            Lo stesso fanatismo si riscontra nelle zone occupate dalle truppe lamarckiane. Tanto per dire di un fatto increscioso che testimonia dell’aberrazione a cui può condurre il settarismo di stampo scientifico, a Laon, città nella regione della Piccardia, sono state messe in vendita delle felpe con scritto su: «DARWIN È UN ANIMALE. APRIAMO LA CACCIA».

            Il fenomeno delle guerre scatenate per l’affermazione della supremazia di una teoria scientifica su un’altra si sta pericolosamente diffondendo; questo preoccupa non poco le autorità religiose: persino i jihadisti e gli eretici di ogni movimento religioso hanno manifestato il loro profondo disagio e sconforto di fronte alla spaventosa guerra, condotta senza esclusione di colpi, fra darwiniani e lamarckisti. Di recente tutti i capi religiosi del mondo hanno lanciato un drammatico appello, diffuso capillarmente in ogni luogo di culto, per la cessazione immediata e senza condizioni di quella che la stampa internazionale ha definito «la guerra delle due teorie», parafrasando quella delle due rose combattuta in Inghilterra tra il 1455 e il 1485.

            Purtroppo le ultime notizie trasmesse dalla radio sono allarmanti: si parla di focolai di guerriglieri, muniti di armi esplosive e a propulsione (mine, bombe a mano, granate, razzi, missili) fornite, secondo alcune indiscrezioni, da settori clandestini di newtoniani dissidenti, che si starebbero costituendo in varie zone della Germania e dei Paesi Bassi contro la teoria della relatività ristretta e generale di Einstein.

        


aprile 2016

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