MOLTO COMICO, PERCIÒ MALVAGIO E DISTURBANTE Vi ricordate di Franti, l’alunno cattivissimo di Cuore di Edmondo De Amicis? Franti è uno che ride quando si parla dei funerali di Vittorio Emanuele, che ride in faccia al maestro e di fronte a un soldato zoppicante, Franti, perfido, ride quando uno piange. Ma non basta: quell’infame di Franti sorride anche quando il maestro lo rimprovera dicendogli: «Franti, tu uccidi tua madre!». Il ghigno malvagio di Franti è la prova concreta – fra le tante citabili – che il riso, come afferma Baudelaire, ha un risvolto satanico, dunque è profondamente umano. Perché se esiste una comicità positiva, da cui si sprigionano energie fruttuose, capace di aiutarci a capire il mondo, non va dimenticato che c’è anche un lato oscuro, perverso, distruttivo della comicità, che accanto al clown buono che manda in visibilio bambini e adulti, c’è un clown maligno, inquietante, che «la comicità ha un legame antico e indistricabile con la violenza», come argomenta Guido Vitiello nell’interessante saggio Joker scatenato che, muovendo dalla figura del comico Joker, maschera nata nel mondo dei fumetti, sociopatico selvaggio, nemico giurato dell’uomo-pipistrello, cioè Batman, immortalato in vari film, analizza lo stato di carnevale permanente che caratterizza le società moderne, plasmate da un fatuo divertimento che le rende necessariamente società assestate di sangue (Theodor W. Adorno). Le origini di Joker – forse un attore comico squattrinato con ambizioni criminali o un ex paziente psichiatrico – sono alquanto misteriose, ricorda Vitiello. Storicamente nasce nel 1940, all’interno della casa editrice statunitense DC Comics, specializzata in fumetti, dalla collaborazione di due illustratori, Bob Kane e Jerry Robinson, e dello scrittore Bill Finger. Quest’ultimo, all’inizio, è influenzato dalla lettura del romanzo visionario di Victor Hugo L’uomo che ride (1868), dove un ragazzino orfano, Gwynplaine, ha il volto deformato da un ghigno perpetuo. ![]() Che la risata possa rappresentare un’arma letale, annota Vitiello, lo sapevano bene i nazisti. Il libro del caricaturista nazista Walter Hofmann (detto Waldl) (1905-1977) Uccidetelo dalle risate! (1937) mostra al centro della copertina un ebreo avvolto in un mantello nero, la testa calva, gli occhiali scuri, una smorfia ripugnante e intorno a sé tante testoline ridanciane. Ne La conquista di Berlino (1932), Joseph Goebbels dichiara: «Colui che ha dalla sua parte chi ride ha sempre ragione». La risata ha tante declinazioni. Lo storico della commedia cinematografica Rostilav N. Jurenev (1912-2002), citato da Vladimir J. Propp in Comicità e riso (1988), elenca molteplici tipologie di riso: gioioso e triste, buono e indignato, intelligente e sciocco, superbo e cordiale, sprezzante e sgomento, amichevole e ostile, ironico e sincero, sarcastico e ingenuo, tenero e rozzo, significativo e gratuito, trionfante e giustificatorio, spudorato e imbarazzato, e ancora allegro, malinconico, nervoso, isterico, beffardo, fisiologico, animalesco, tetro. Che la risata, spiega Vitiello, sia un succedaneo della violenza (l’uomo quando ride mostra i denti come fanno gli animali che vogliono incutere paura nell’avversario) non meraviglia. Alla fine, il libro di Vitiello si chiude con un divertente e pertinente parallelismo uomo-gallina: «Gli esseri umani usano le battute di spirito come i polli le beccate», in entrambi i casi sono segnali per stabilire rapporti di dominanza-subordinazione. E il migliore «gallodromo», il più feroce e sanguinoso, in cui si consuma la guerra delle beccate (battute spesso basate su pregiudizi etnici, nazionali, sessuali), è quello dei social network, dove schiere di burloni, bugiardi e provocatori di ogni risma, protetti dietro la maschera dell’anonimato digitale, si affrontano strombazzando bufale, cure fasulle, proclami schizofrenici. Sono i cosiddetti tricksters (mistificatori), fra cui campeggia, spavaldo, un signore con la chioma giallastra, definito dalla stampa americana un Troll-in-Chief, che nel 2016 pronuncia questa battuta: «Potrei sparare a qualcuno e non perderei nemmeno un voto». Guido Vitiello Joker scatenato Il lato oscuro della comicità Feltrinelli, pagg. 173, € 17
«Domenica - Il Sole 24 Ore», N. 128, 11 Maggio 2025, p. VIII. Per la versione in pdf di questa recensione cliccate qui. ![]() Per andare o ritornare al menu delle mie collaborazioni alla «Domenica de Il Sole 24 Ore» cliccate qui. HOME PAGE TèCHNE RACCONTI POESIA VISIVA |