Paolo Albani
C'ERA UNA
VOLTA
UN ARTISTA DALLE MILLE
RISORSE...

Lamberto Pignotti
Foto tratta dal libro Poesie in azione.
Eugenio Miccini
- Lamberto Pignotti,
Giubbe Rosse, Firenze, 2001.
C'era una volta un artista dalle mille risorse e dalle
mille attività,
un poeta, un saggista, un critico militante, un journal... ista e
quant'altro,
insomma un tuttologo come lui stesso si definiva
scherzosamente.
Era un artista importante, autore di versi immortali la cui odissea
poetica
iniziò negli anni cinquanta, versi famosi e fumosi, un artista a
tutto tondo [mostrare un cartoncino bianco
di forma circolare] dal punto di vista della ricerca
visiva,
e anche, però, di quella sonora, perché al nostro artista
le parole interessavano ugualmente per il rumore musicale, per il suono
che producono sulla pagina, al di là del loro significato [agitare
un foglio di carta stagnola].
Fin da giovane al nostro artista piaceva stare in compagnia,
aggrupparsi, e gli piaceva così tanto che un giorno lui stesso,
insieme a una combriccola di amici, fondò per l'appunto un
gruppo
[mostrare un foglio su cui campeggia il
numero
70] dove si divertiva a mettere insieme parole e
immagini,
a prendere in giro i linguaggi tecnologici con dei collage impertinenti
e sensuali, a sabotare i meccanismi della comunicazione mediatica,
«per
opporsi alla società del consumo» [mostrare
un foglio con la scritta a collage PUBLICITÀ, strapparlo e
gettarselo
alle spalle], come si legge proprio in un suo collage
realizzato
nel mitico '68.
Poi un giorno gli venne il ghiribizzo di far parlare i
francobolli
con la nuvoletta dei fumetti, dopo di che cominciò a fare delle
abrasioni sulle immagini prese da foto patinate, a decomporle, ovvero a
velarne o cancellarne alcune parti per creare un effetto di
risignificazione
del visibile mediante l'invisibile [mostrare
un foglio di acetato trasparente].
Ma il linguaggio meramente verbo-visivo stava stretto al nostro
artista la cui vocazione sinestetica, plurisensoriale era evidente e
insopprimibile;
lui sentiva il bisogno di coinvolgere tutti i sensi nel fare poetico,
non
solo la vista e l'udito, ma anche il tatto, il gusto, l'olfatto, scelta
ardita dal momento che suoni, profumi e odori non sono codificabili, e
con ciò, in un gesto dal sapore... [scartare
un lecca-lecca e mettersi a leccarlo] dal sapore
neo-dadaista,
avvicinare la poesia alla gente, renderla commestibile, [continuare
a leccare il lecca-lecca] appetitosa, gradevole.
A questo proposito si racconta che una volta, in un giardino
all'aperto, si mise a scrivere versi sopra un grande foglio di carta
usando
tubetti di maionese, di pomodoro, creme e altri alimenti. Un'altra
volta
lo videro che scriveva su una torta di cioccolata lo slogan
«DOLCE
STIL NOVO», un'altra volta ancora lo scoprirono che sbevazzava,
insieme
a un gruppetto di poeti poco raccomandabili fra cui un certo Spatola,
dei
Drink
Poems o che pontificava distribuendo ostie firmate con su
scritto
«POESIA», pensando in questo modo di entrare in comunione
con
i suoi lettori.
Che avesse il pallino della «Poesia alimentare» o
da consumare fisicamente lo si capì bene fin dal giorno in cui
gli
venne l'idea di offrire agli spettatori delle sue azioni poetiche dei Chewing
Poems, simili a questo [mostrare un
chewing-gum
molto grande].


Falso di Paolo Albani
in omaggio a Lamberto Pignotti
Firenze, 18 dicembre 2006
cm 7,3x25,6
È
con un comportamento smaccatamente ludico, un atteggiamento
ri-creativo, ri-creativo nel senso di Queneau, verso l’arte e la vita
che il nostro artista, uno sperimentatore «tutto nuovo», si fece strada e
visse a lungo, e vive e vivrà ancora, felice e contento.
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Intervento tenuto il 18 dicembre 2006 nella
Sala
Ferri del Gabinetto Vieusseux di Firenze durante l'incontro con Lamberto
Pignotti, in occasione della
pubblicazione
dei libri Eventi diversi (Ed. Manni) e Favole minime
(Ed.
Empiria), cui hanno partecipano Paolo Albani, Cecilia Bello, Giorgio
Bonsanti,
Rosaria Lo Russo, Stefania Stefanelli.
La vera Poesia da masticare di Lamberto Pignotti, nelle Edizioni
Elle CI "BIBLIA PAUPERUM" / "IL MONDO", via E. Vajna 4 - Roma, senza
indicazione di data, cm 1,5 x 7,4, è questa:
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