Paolo Albani
LA REINCARNAZIONE

Sul fenomeno della reincarnazione, ovvero della trasmigrazione dell’anima dopo la morte in un altro essere, anche animale o vegetale, Alfio Bragalli, commissario di bordo su un mercantile italiano e membro di un circolo antroposofico della Versilia, ha elaborato delle idee sue piuttosto curiose, maturate dopo anni di letture di libri esoterici e di filosofia orientale fatte per lo più durante i lunghi periodi d’imbarco.

La reincarnazione – è la tesi di fondo del Bragalli – si realizza in modo autentico solo a condizione che il trasferimento dell’anima avvenga dentro gli oggetti; e questo per una ragione molto semplice che si può riassumere così: gli oggetti, prodotti materiali di varia consistenza e fattibilità, sono per loro natura non plagiabili e restano sempre identici a se stessi, al riparo da cambiamenti fisici (se fatti di materiale indelebile) e da turbolenze umorali e passioni; essi rappresentano perciò i custodi più fidati e ricettivi della componente spirituale dell’uomo, ancor più ricettivi delle piante, degli animali e delle persone medesime.

Il luogo ideale della nostra spiritualità risiede dunque negli oggetti. È questo, per Bragalli, il vero senso della reincarnazione, la sua formula–guida, in un approccio filosofico che potremmo definire «tardo–animista».

Ciò premesso Bragalli ritiene – come spiega nell’opuscolo L’Oggettistica dello Spirituale in una nuova visione del mondo che cambia velocemente davanti ai nostri occhi e impone riflessioni ponderate e adeguate ai tempi. Sulla reincarnazione moderna. Con una Tavola delle corrispondenze (Tip. Stab. Lucarelli & Figli, Lucca, 1968) – che a ogni oggetto sia associabile una precisa tipologia del carattere umano che dopo tutto non è che il lato manifesto, esteriore dell’anima, la sua espressione più genuina.

Se uno possiede un carattere buono (o al contrario cattivo), la sua bontà (o cattiveria) gli viene dal profondo dell’anima, sostiene Bragalli, perché è lì, in quella specie di buco nero, in quel vago interstizio, in quell’altrove della mente chiamato per convenzione «anima», che si forma e dimora il carattere umano da cui dipende alla fin fine l’orientamento della nostra inclinazione verso i buoni (o cattivi) sentimenti. In definitiva l’anima – a giudizio del Bragalli – si reincarna in un oggetto sulla base delle specifiche qualità del temperamento di un individuo, aderendo in toto «alle sue attitudini esistenziali e soggettività vitalistiche».

Per conferire un aspetto rigoroso alla sua analisi, Bragalli costruisce, un po’ nello stile delle sistemazioni scientifiche di stampo illuminista, una sorta di «Tavola delle corrispondenze» dove riporta i legami rintracciabili fra alcuni oggetti e varie tipologie del carattere umano.

Le corrispondenze registrate nella «Tavola» del Bragalli sono numerose, coinvolgendo più di quattromila oggetti, per lo più di uso quotidiano, fra cui:


attaccapanni          individuo rigido, testardo, inamovibile

letto                         individuo tranquillo, riposante, sognatore

televisore                 individuo loquace, estroverso, incline alla
                                      menzogna

tostapane                 individuo emotivo, irascibile, che si riscalda
                                      facilmente

lavatrice                  individuo agitato, maniaco della pulizia,
                                     programmatore

abat–jour                 individuo solitario, amante dei luoghi appartati,
                                      melanconico

asse da stiro             individuo accomodante, perfezionista, ordinato

(…)

 

In altre parole, continuando nell’esemplificazione del legame che unisce un oggetto a una particolare indole umana, si comprende bene perché, sulla base della «Tavola» del Bragalli, un oggetto ad esempio come le pantofole sia direttamente associabile alla reincarnazione dell’anima di un individuo dal carattere sedentario, casalingo, riservato, mentre il frigorifero a quella di un individuo algido, granitico, distaccato e conservatore.

 

febbraio 2014

______________________________________

    Questo testo è uscito in francese, tradotto da Didier Plassard, sul n° 20 del giugno 2014 della rivista Puck, La marionnette et les autres arts, diretta da Didier Plassard e Cristina Grazioli per l'editore L'Entretemps, per leggerlo cliccate qui.
_____________________________________


Per l'indice dei racconti-bonsai apparsi fino a oggi in questo sito cliccate qui.


HOME  PAGE      TèCHNE      RACCONTI     POESIA VISIVA

ENCICLOPEDIE  BIZZARRE       ESERCIZI  RICREATIVI       NEWS