pagina del sito di Paolo Albani  
 
DE SCRIPTURA
Ricerche verbo-visive 
dagli anni '80 ad oggi

a cura di
Lamberto Pignotti



 




Paolo Albani
Poesia da "mètre à penser", 2001
Frammenti di metro con scrittura
40x30 cm


L'opera è riprodotta nell'opuscolo di Massimi Arduini,
Le poetiche visuali del linguaggio. Poesia visiva.
Ricerche verbo-visuali,
Dispense Editoria d'Arte,
Accademia di Belle Arti, Roma, 2017, cliccate qui.


 



Circolo Culturale Il Gabbiano

via Don Minzoni 53 19124 La Spezia

tel. 0187733000

catalogo edito da Il Gabbiano
ottobre 2001, pp. 51

dal 3 al 22 novembre 2001

***
Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea
MUSEO NUOVA ERA

Strada dei Gesuiti 13

Bari
dal 2 al 28 febbraio 2002

***
STUDIO GENNAI

via dell'Occhio 40 Pisa

tel. 050/501628
dal 27 aprile al 16 maggio 2002



Artisti

Paolo Albani  Fernando Andolcetti  Alessandro Benfanti
Anna Boschi  Carlo Canè  Bruno Cassaglia  Cosimo Cimino
Gigliola Fazzini  Rosa Foschi  Delio Gennai  Anna Guillot
Michele Lambo  Alfonso Lentini  Mauro Manfredi  Giorgio Moio
Giuseppe Pellegrino  Gian Paolo Roffi  Cristina Ruffoni 
Franco Spena  Agostino Tulumello
 



PRESENTAZIONE
di
Lamberto Pignotti


    2001: odissea nello spazio verbo-visivo [...] "odissea" come insieme di vicende, magari alterne, ma pur sempre animosamente attraenti da vivere, da sperimentare, da perseguire, al limite come un viaggio di cui si conosce il luogo della partenza ma non quello dell'arrivo. [...]
   "Fatti non foste"..., dovrebbe ancora fischiare nelle orecchie l'altisonante monito dell'Ulisse dantesco per chi ha scelto l'avventura estetica. E gli artisti che qui abbiamo additato una simile rischiosa avventura dimostrano di amarla e di correrla, consapevoli come altri loro compagni che non si può ormai continuare a vivacchiare in porto, al riparo di parole sempre  più insicure e inaffidabili, di figure sempre più irrequiete e indistinguibili. [...]
    Che i luoghi comuni siano più attendibili dei vangeli? Che chi disprezza compri, che chi odia ami, che chi burla lo faccia per confessarsi? A frequentare certi poeti visivi verrebbe cautamente di dire di sì, ma nel caso di Paolo Albani la risposta non può essere che esclamativamente affermativa. Lui con le sue opere può mettere le "parole in difficoltà", cucire il filo del discorso con l'ago, dar vita "per gioco" vuoi a un libro o vuoi a una rivista, elargire a metri (per sarti) i suoi versi... Nessuno lo prende alla lettera: Albani, le bizzarrie letterarie, le scienze anomale e le lingue immaginarie le pratica con la serietà, la sicurezza, la bravura di un chirurgo: solo che lui incide, taglia, segmenta e ricompone organismi verbo-visivi, addizionando ciò che a scuola a noi poverini ci vietavano di sommare: capre e cavoli, macchine da cucire, ombrelli e tavoli anatomici, sgabelli e ruote di bicicletta, Lautréamont, Duchamp e Queneau...
    Giovandosi dello slittamento, del travaso, di parole, immagini e oggetti, Albani concretizza e mette in piedi metafore, paradossi, allusioni, litoti, reticenze e quante altre mai camaleontiche figure retoriche. Sembra facile, ma a quanti riesce trasformare espressioni quotidiane e apparentemente innocue in opere verbo-visive inusuali e aggressive?




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