INTERAZIONI
ALFABETI A CONFRONTO
OPERE DI
GIUSEPPE CHIARI
& PAOLO ALBANI

Associazione Culturale
Marcantoni
Pedaso (Fermo)



dal 3 gennaio al 1° febbraio 2026




Claudio Marcantoni
Interazioni



Interazioni è un format che esplora le possibilità di dialogo tra l’arte figurativa e la musica. Le convenzioni puramente formali del linguaggio musicale, ricco di elementi simbolici della grafia musicale, vengono filtrate dall’occhio e dalla sensibilità di Paolo Albani e Giuseppe Chiari in un percorso di ricerca dialettica tra arte figurativa e musica. Le opere esposte parlano l’alfabeto sonoro declinato ed interpretato nel linguaggio dell’arte visiva. Entrambi gli artisti sono figli delle sperimentazioni interdisciplinari degli anni settanta. Un decennio ricco e fecondo di contaminazioni ed interazioni tra vari linguaggi provenienti da vari alfabeti del mondo culturale. Chiari è stato uno degli esponenti di spicco del gruppo Fluxus. Corrente quest’ultima, internazionale che ha visto nel gesto e nelle performances le principali azioni del messaggio artistico portato avanti dagli autori militanti del movimento. Il pentagramma diventa un campo non più convenzionale e non solo alla portata del musicista. L’artista attua degli interventi su di esso che lo porta ad evadere dalla sua funzione più canonica ed esplora una tavolozza nuova, un cosiddetto nuovo volgare per rappresentare nuovi messaggi.

Paolo Albani è un funambolo della parola, dell’ironia, del detto e non detto. Vicino da sempre al ruolo della parola nell’arte e a tutti quei gruppi storicizzati che hanno contribuito al matrimonio tra arte visiva e poesia (gruppo 63, gruppo 70), quest’ultima viene estrapolata dalla cornice testuale e valorizzata attraverso le dinamiche dell’arte visiva. Albani fa di più. Persona dotata di grande intelligenza e cultura riesce letteralmente a far “suonare” le sue creazioni. Nascono così opere sonore ovattate e confinante in una cornice. L’artista toscano omaggia Ravel con una sottile comparazione del concerto per mano sinistra dedicando il concerto all’orecchio destro. L’organo uditivo diventa in questo caso protagonista dell’opera e aiuta lo spettatore a far risuonare le note immaginare del musicista impressionista. 4’33’’ di J.Cage diventa un silenzio scritto. Una riproduzione di un’opera monumentale riscritta letteralmente, decostentualizzata dal linguaggio musica ed esposta.

Lo scopo di tale progetto è di far dialogare due mondi, quello dell’arte visiva e quello musicale, apparentemente lontani ma evidentemente vicini. Proprio gli anni settanta sono stati protagonisti di questi sodalizi. Musicisti, poeti, letterati hanno lavorato a stretto contatto, ognuno con la tavolozza del proprio sentire hanno dato vita a nuove realtà, nuovi modi di comunicare e di interagire facendo scuola a moltissime altre figure del modo della culturale a loro vicine e lontane. Federico Mondelci e Gianni Iorio saranno inoltre i traghettatori di rilievo di questo ambizioso progetto. Grazie alla loro acclamata fama di musicisti ed interpreti sapranno sapientemente guidarci in questi due mondi così affascinanti e allo stesso tempo ancora non totalmente esplorati e aperti alla manipolazione da parte di figure di spicco del mondo culturale internazionale.


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  Per leggere l'opuscolo introduttivo
alla mostra cliccate qui.

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Le mie opere in mostra:



ACCORDO IN BE MOLLE, 2003
chiave di sol, simbolo di be molle, molle e tondini metallici
su tavoletta di legno
70x100 cm




REBUS MUSICALE (6, 2, 7)
, 2014
chiave, calendarietto, colino da tè e lettere adesive
60x40 cm






VISUALIZZAZIONE DEL TEMPO
DI ASCOLTO DI 4’ 33’ DI JOHN CAGE

(OMAGGIO A G.P. TORRICELLI), 2012
pannello con scritte
70x100 cm





ACROSTICO PER CHIARI
, 2010
foglio di scrittura a mano
21x29,7 cm





VARIAZIONI SUL CANONE POETICO, 2006
targhette plastificate con vetro
su tavoletta di legno
70x100 cm





ALFABIRINTO, 1982
filo, puntine colorate, trasferibili
60x25 cm




RITIRARSI IN SILENZIO, 2009
mattoncini e lettere di legno
40x70 cm


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Nel 2015 ho fatto una mostra personale,
sempre nello spazio della Galleria Marcantoni,
intitolata Parole fra musica e silenzio.




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