Paolo Albani e Paolo della Bella
FORSE QUENEAU
Enciclopedia delle scienze anomale

Zanichelli 1999

con Paolo della Bella, cui mi lega un lungo sodalizio satirico e futuristico,
la collaborazione di Berlinghiero Buonarroti
e l'introduzione dello storico della scienza Paolo Rossi
che definisce la nostra enciclopedia "strana e affascinante"
(per leggere l'introduzione di Rossi cliccate qui).
480 pagine, oltre 1100 voci, circa 30 riquadri di approfondimenti e curiosità,
oltre 200 illustrazioni, indice analitico delle scienze e dei nomi,
ventotto pagine di bibliografia.

 
Il titolo è ripreso da una poesia di Giulia Niccolai: "Forse che sì / Forse Queneau." (in Frisbees (poesie da lanciare), 1982-1985).
Ispirato al progetto d'Enciclopedia delle scienze inesatte di Raymond Queneau, antologia di scritti di "folli letterari", il volume s'inoltra nel "meraviglioso scientifico", è una sorta di "wunderkammer" dove sono raccolte scienze marginali, non riconosciute, dimenticate, erronee, potenziali, fantasiose, comiche, e Istituti anomali come la Facoltà di Irrilevanza Comparata, la Facoltà di Scienze Inutili, la Società degli Onironauti o la Joseph Crabtree Foundation

Abbiamo presentato il volume al Festivaletteratura di Mantova, l'8 settembre 2001, al Palazzo della Ragione, con Luca Scarlini e Giulio Giorello.

Leggete la recensione di Franco Prattico su la Repubblica.

Tre esempi di pagine culturali interamente dedicate a Forse Queneau:


Giovanni M. Rossi,
Scienziati impossibili,
"il Corriere [fiorentino]",
giovedì 9 dicembre 1999.



Carlo Donati,
Nel laboratorio degli scienziati pazzi,
"La Nazione",
giovedì 9 dicembre 1999.



Stefano Rissetto,
L'enciclopedia delle scienze
per nulla esatte,
"il Giornale",
 venerdì 10 dicembre 1999.

Fra le molte recensioni al libro, si veda quella uscita sul sito del CICAP, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, che promuove un'indagine scientifica e critica nei confronti del paranormale, nato nel 1989 per iniziativa di Piero Angela e di un gruppo di studiosi, tra cui Silvio Garattini, Margherita Hack, Giuliano Toraldo di Francia, Tullio Regge e Aldo Visalberghi e dei premi Nobel Daniel Bovet, Rita Levi Montalcini e Carlo Rubbia, da subito membri onorari del Comitato. 

Inspiegabilmente (meglio sempre diffidare dei premi: accettare dei premi - diceva Thomas Bernhard ne Il nipote di Wittgenstein - è come farsi cagare in testa) il libro ha ricevuto una menzione d'onore al 31° Premio Europeo Cortina Ulisse 2000, dedicato alla divulgazione scientifica, e ha vinto il Premio "Orient Express" per la saggistica 2000, con una motivazione letta da Mario Verdone.

Ma la cosa più scandalosa avviene nel marzo 2002: alcune copie di Forse Queneau sono comprate da... Silvio Berlusconi (sic!), tramite la Mondolibri S.p.A., a dispetto della (presunta!) trasgressività degli autori.

Su Le bizzarre invenzioni scientifiche degli scrittori ho fatto un intervento alla 2a edizione del Festival Le parole, i giorni svoltosi a Poggibonsi (Siena) dal 17 al 18 aprile 2009.


Il Forse Queneau che sonnecchia, accanto a altri colleghi,
nella sala di consultazione della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

* * *

Sui "folli letterari" il mio "Paulin Gagne" sul numero 1, aprile 2000, della rivista Posse, trimestrale di "politica, filosofia, moltitudini" diretto da Toni Negri.

Sulle "anomalie scientifiche", il mio articolo "Le macchie solari influenzano anche l'economia" su Il Secolo XIX del 3 ottobre 2000, e la mia prefazione, intitolata "Un nuovo ramo della zoologia parallela", al libro di Gianni Zauli, Bestiario dell'impiegatto, Russi (Ra), Vaca edizioni, 2001.

Sulla bizzarra teoria generativista di Learco Pignagnoli si veda il mio intervento, intitolato Pignagnoli mineralogista, al convegno La vita secondo Learco Pignagnoli, scrittore e filosofo, organizzato da Ermanno Cavazzoni e Daniele Benati, convegno svoltosi il 20 settembre 2003 nell'ambito del Festivalfilosofia di Modena.

L'11 ottobre 2007, in qualità di Rettore dell'UnPo (Università del Po), istituzione associata alla prestigiosa L.U.I.S.A. (Libera Università Internazionale di Scienze Anomale), il cui obiettivo programmatico è lo studio delle Scienze anomale, ho tenuto al Teatro Comunale "Ruggero Ruggeri" di Guastalla la prolusione per l'inizio dell'Anno Accademico 2007-2008.

Ancora sui "folli letterari", il testo intitolato La "contrainte" e i pazzi letterari è uscito in traduzione francese sul numero 1, 2008, de Les Cahiers de l'Institut, rivista dell'Institut International de Recherches et d'Exploration sur les Fous Littéraires costituitosi a Fontenoy-la-Joute in Francia nel 2007.


Ne Il club dei matematici solitari del prof. Odifreddi, a cura di Piergiorgio Odifreddi (Mondadori 2009, p. 160), nel capitolo intitolato "Umberto Eco. Discorso sul metodo letterario", Odifreddi dice a Eco:

"Oltre che alla linguistica, i pazzi bazzicano anche attorno alla scienza: basta ricordare le pseudoscienze catalogate da Queneau in Figli del limo, e da Paolo Albani e Paolo della Bella in Forse Queneau".

Eco risponde: "E infatti io sono affascinato da tutte le scienze assurde, anche come collezionista di libri antichi o rari: ne ho una collezione abbastanza affascinante. Riguardo alle scienze vere, invece, potrei riassumere il mio atteggiamento dicendo che in fondo sono come un impotente che per tutta la vita ha scritto libri erotici" (p. 160).

Di due "folli letterari" italiani, Angelo Motta, metalizzatore, e Alberto Corva, trasmettitore del pensiero a distanza, ho scritto in un breve intervento apparso su Costruttori di Babele. Sulle tracce di architetture fantastiche e universi irregolari in Italia, a cura di Gabriele Mina, Elèuthera, Roma, 2011, pp.187-188.

Sono tornato sulla "mattità", non solo scientifica, nel mio libro I mattoidi italiani (Quodlibet 2012).

Esce nel 2018, presso manifestolibri, in due volumi, Fantaenciclopedìa. "Il Fantastico in Letteratura" ovvero Dizionario delle idee perdute, racconti insoliti e curiosi e fatti della storia negletti e perturbanti con, in Appendice: "Il Fantastico in letteratura", firmato da Franco Porcarelli (Adam Zzywwurath).

    

Nell'introduzione al libro, a p. XIX, l'autore scrive citando Forse Queneau:




Nel Dizionario del bibliomane di Antonio Castronuovo
(Sellerio, Palermo, 2021, p. 407), nel capitolo
intitolato "Scibile intero", è citato
Forse Queneau.





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